Rassegna stampa

[STAMPA] Una settimana con i ritmi di Mozart

di Chiara Campo - 02 dicembre 2011, 08:00

Buona la Prima. Ma anche le altre: il «Don Giovanni» di Mozart per una settimana diventa come ha anticipato l'assessore alla Cultura Stefano Boeri «la colonna sonora della città».

Arie diffuse dalle sei di sera fino a mezzanotte in Galleria (da domani al 6 dicembre), una lezione-spettacolo con Dario Fo, l'incontro con il maestro Daniel Baremboim. E il 7 dicembre, l'ouverture della Scala verrà proiettata in contemporanea in cinque cinema, al carcere di San Vittore e Bollate, al Teatro Ringhiera di via Boifava, al Teatro della Cooperativa di via Hermada all'Auditorium di zona 3, in via Valvassori Peroni, fino alla Casa della carità. Come il Salone del Mobile o del Turismo, anche la Scala continua la tradizione del «fuori-Prima».
Si potrà scoprire in anteprima allo Spazio fumetto «Wow» di viale Campania la storia «Doubleduck e il Convitato di Gesso» in uscita sul prossimo numero di Topolino in omaggio alla 223esima apertura della Stagione alla Scala, Paperino si prepara ad assistere all'opera «Donnie Johnnie» diretta dal maestro «Badaboing». Una chicca della mostra «Mozart a strisce» che si potrà visitare con ingresso libero da oggi all'11. Un racconto a fumetti del genio passando dal tratto elegante di Milo Manara alle tavole della serie Martin Mystère alle avventure di Geronimo Stilton.
Va in scena al Piccolo Teatro Strehler lunedì alle 21 invece la lezione-show «Il Don Giovanni e la commedia dell'arte» di (e con) Dario Fo. L'ingresso è gratis ma bisogna ritirare prima i biglietti (tutti i giorni dalle 9.45 alle 18.45 e domenica dalle 13 alle 18.30 alla biglietteria del Piccolo o sul sito www.piccoloteatro.org/dariofo). Martedì alle 18 è la volta del maestro Daniel Baremboim, alla vigilia della Prima incontrerà i milanesi al Teatro Ringhiera.
E il Ringhiera è anche uno dei palchi scelti dal Comune per proiettare in contemporanea - e gratis - la Prima del 7 dicembre. Cancellata la tradizione del Teatro Dal Verme, dove da anni si riunivano per seguire la diretta sul maxischermo e festeggiare con una fetta di panettone circa 2.500 over 65i. Questa volta, attraverso consigli di zona e centri socio-ricreativi sono già stati distribuiti a 1.185 anziani e disabili gli ingressi per la diretta in 5 cinema, Apollo, Gloria, Gnomo, Palestrina e Uci Bicocca. Per il dal Verme, puntualizza l'assessore al Welfare Piefrancesco Majorino «si spendevano 46mila euro, adesso solo 12mila». Su prenotazione o fino a esaurimento dei posti potranno accedere tutti al Ringhiera e al Teatro della Cooperativa, solo i residenti di zona 3 invece all'Auditorium di via Valvassori Peroni. Per gli ospiti e gli abitanti del quartiere Crescenzago, la Prima è anche all'auditorium della Casa della Carità. Dalle 18 le note di Mozart entrano in diretta al carcere di San Vittore e per la prima volta a Bollate per i 150 detenuti.
Coinvolte dieci scuole medie della città con laboratori sul «don Giovanni» coordinati in questi giorni dall'Accademia della Scala, mentre - ultimo appuntamento - il 16 dicembre alla Caserma Magenta di via Mascheroni dalle 20 alle 24 trenta 30 pianisti si alterneranno su 8 pianoforte per una non-stop ispirata a Mozart, un «preludio» della tre giorni di «Piano City» la prossima primavera. Quando un centinaio di artisti come a Berlino apriranno le porte di casa o dello studio per un grande «concerto diffuso». E da ieri al 5 chi pedala in piazza Scala sulle bici-generatori installate da Edison «produce» parte dell'energia pulita necessaria agli eventi.
Con queste novità «non si può più dire che la Scala sia un teatro riservato a un'elite - ha detto il sovrintendente Stephane Lissner - sono felice che si respiri l'idea che il teatro apra le proprie porte, perchè un'istituzione deve essere forte nella propria città, per poter avere fama all'estero». E tira un sospiro di sollievo, «praticamente esauriti i 110 biglietti che erano destinati alle autorità e il Comune ha messo in vendita per beneficenza. Ne restano 12. Costavano da 1.800 a 2.400 euro, un successone ma ero preoccupato».

fonte: ilgiornale.it


[STAMPA] “Dio è nero!” e ha pure il senso dell’umorismo

dio è nerodi Francesco Greco. Ora qualcuno sarà tentato di dare una mano di caffellatte al Bambinello nel presepe. Sarebbe un sacco provocatorio e iconoclasta, in linea con la filosofia e l’estetica del miglior Dario Fo: sapido, irriverente, paradossale. Che contaminando la scienza col teatro, ha riletto l’evoluzione della specie di Charles Darwin e come al gioco dell’oca ha fatto tutti i collegamenti che noialtri piccolo-borghesi per pudore, pavidità, opportunismo ci rifiutiamo di fare.

E decodificando a modo suo le notizie scientifiche apparse negli ultimi anni sui quotidiani e le riviste più autorevoli (“Nature” in primis), è giunto alla conclusione che Dio è nero. Non solo, a epatèur le bourgeois, aggiunge che è pure femmina. Il nostro primo avo ha la pelle scura e le mestruazioni. Aprì gli occhi nell’Africa subsahariana, Corno d’Africa, l’attuale Etiopia, intorno a 200mila anni fa. “Sono ottomila generazioni – riflette Telmo Pievani in postfazione – prendete un vostro nonno e poi andate indietro al nonno di vostro nonno, per quattromila volte, e poi ancora al nonno del nonno di vostro nonno e arrivate al vostro anziano supernonno che faceva parte del gruppo di pionieri…”.

Il puzzle prende forma sino al sillogismo automatico: Se il primo uomo è nero, il loro Dio non può che avere lo stesso colore di pelle. Farà inorridire i razzisti, i leghisti dop, il Kkk e tutto il pensiero farneticante nidificato attorno alla purezza della razza, ma “Dio è nero!” (Il fantastico racconto dell’evoluzione), Raffaello Cortina Editore, Milano 2011, pp. 104, € 21 (libro con 44 disegni dell’attore + dvd, a cura di Franca Rame e Felice Cappa) apre insospettati orizzonti a un’umanità che ha relativizzato tutto e che ora ha almeno una certezza cui aggrapparsi nel mare procelloso del revisionismo (g)local: la pelle scura del Dio dei cristiani, e la vagina della Grande Madre.

Il monologo (“dialogo fra due esseri comuni”) di Dario Fo in veste di “sciamano che crea miti fatti di sapienza e immaginazione” (Felice Cappa in prefazione) andò in scena a Milano (aula magna del Museo di Storia Naturale) la sera del 13 febbraio scorso in occasione dell’Evolution Day. Un happening commuovente in cui l’istrione (Nobel 1997 per la Letteratura) inventore di mille gramelot e il pubblico toccarono vette di complicità intellettuale e sensuale: un mantra, un’alchimia oscura rada nel teatro da Sofocle a Arthur Miller e Jean Genet.

La password della “Genesi” è quella che attraversa come fuoco greco tutta l’opera del giullare: lo scetticismo dei Lumi, l’irriverenza maieutica, il lazzo ateo, il ghigno sulfureo e poetico di chi denuda il Re, i teologi, gli scienziati, i politici, gli economisti che teorizzano il “progresso infinito” (delle bolle, i default, i cigni neri che finanziano le banche fallite e affamano miliardi di persone). Zolfo a piene mani sui miti, le icone, le menzogne della modernità che ci fa ingollare il becchime di ogni regime come polli d’allevamento e mette “gli uomini più potenti in cima alla piramide del mondo, creandosi un Dio a propria immagine e somiglianza” (Cappa).

Non resta che chiedere anche noi a Fo, citando Federico, il bambino di 10 anni che l’ha fatto quella sera tra scimmie, uccelli, serpenti, ossa, piante carnivore, fossili, ecc., beccandosi la standing-ovation: “Come si diventa primitivi?”. Magari col desiderio inconscio di tornare nell’utero rassicurante della nostra Eva nera con cui condividiamo il dna mitocondriale. Se il Dio che gli uomini si sono dati “per proteggersi da quello che non conoscevano, o non riuscivano a dominare” (Cappa) non può più far niente per noi, forse saremo salvati dai bambini: bianchi, neri, ramati, occhi a mandorla, pel di carota…

fonte: giornaledipuglia.com


[STAMPA] Dario Fo in tournée con il suo Mistero Buffo

dario fo

Era il 1 ottobre 1969, quella sera a Sestri Levante Dario Fo portava in scena per la prima volta la sua opera teatrale più famosa e più replicata. L'autore, attore e drammaturgo italiano premiato nel 1997 con il premio Nobel per la letteratura torna ancora una volta in tournée nelle principali città italiane per replicare il suo Mistero Buffo

L'insieme di monologhi di ispirazione biblica (con ampi riferimenti ai vangeli apocrifi) è un successo indiscusso da più di 40 anni con il suo grammelot, autentico marchio di fabbrica dell'inimitabile stile di Fo. Da Mistero Buffo hanno tratto ispirazione i più importanti protagonisti del teatro di narrazione, basti pensare a Marco Paolini, ma non smette di incuriosire gli spettatori.

Il pubblico, soprattutto quello composto dagli appassionati, potrà apprezzare certamente l'ennesima variazione ed integrazione che Fo ama apportare al Mistero Buffo ogni qualvolta ne ha occasione. La prima data del nuovo tour sarà a Bergamo, il 26 novembre 2011 alle ore 21 al Teatro Creberg di Bergamo. 

fonte: blogo.it


[STAMPA] Milano, sulla strada dell'Arte con Dario Fo

Ventuno variazioni sull’arte, 5 tra performance e concerti e 17 ciceroni d’eccezione, che mettono a disposizione un’ora del loro tempo per presentare una personale lettura di alcuni capolavori conservati nei tre poli museali di Brera, Gallerie d’Italia e Museo del Novecento.

dario fo cicerone a milano
In occasione della prima “DomenicAspasso”, 17 testimonial terranno a battesimo la neonata “strada dell’arte”, cioè il percorso che – partendo da via Brera, raggiunge piazza del Duomo attraversando via Verdi, piazza della Scala e la Galleria – lega in un’unica isola, anche pedonale, la Pinacoteca di Brera, le neonate Gallerie d’Italia e il Museo del Novecento
 
Dario Fo, Lella Costa, Bros, Andrea Bosco, Enzo Mari, Giovanni Agosti, Franca Sozzani, Mauro Pagani, Fernando Mazzocca, Angela Vettese, Antonello Negri, Carlo Antonelli, Giorgio Marconi, Giovanni Frangi, Luca Sandri, Maria Teresa Fiorio, Giovanni Anceschi. Chi a Brera, chi alle Gallerie d’Italia, chi al Museo del Novecento, ciascuno di loro, in base a un preciso programma,accompagnerà i visitatori in un viaggio alla scoperta di una o più opere selezionate in uno dei tre musei.
 
“Questa domenica vivremo un pezzo di futuro – ha detto l’assessore alla Cultura Stefano Boeri -. La ‘strada dell’arte’ diventerà un unico grande museo aperto alla città e parlante grazie alla voce di alcuni dei protagonisti della vita culturale di questa città. Questa domenica – ha concluso – non solo si inaugura una  nuova collaborazione tra tre enti, ma si sperimenta anche un format assolutamente innovativo, che rappresenta un modello per la Milano culturale che verrà”.
 
Nel programma della giornata (clicca qui) oltre 100 eventi. In quanto ai ciceroni-testimonial sarà spettacolo nello spettacolo con Dario Fo che a Brera (ore 16) racconta “Il ritrovamento di San Marco” del Tintoretto, lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, il “Cristo morto” del Mantegna e la “Pala di Brera” di Piero della Francesca; e Lella Costa al Museo del ‘900 a interpretare soggetto femminile nelle opere di Carla Accardi, Lucio Fontana, Giacomo Balla, Arturo Martini e sempre all’Arengario, Bros che interpreta “La Donna in Bronzo” nella Sala post impressionismi, arcaismi e realismi o ancora, il concerto di Mauro Pagani nella sala Pop art. E poi un salto nelle neonate Gallerie d’Italia di Banca Intesa per gli incontri con Franca Sozzani, Giovanni Frangi, Italo Rota…
 
 

DARIO FO, "BERLUSCONI C'E' ANCORA, LA SATIRA NON MORIRA

dario fo(AGI) - Roma, 18 nov. - La fine del governo Berlusconi, e la contestuale nascita del governo Monti, non significhera' la 'morte' della satira politica. Tutt'altro. Perche' "di materiale da cui attingere ce n'e' molto ancora....". Ne e' piu' che convinto Dario Fo, intervistato dall'AGI. Per il premio Nobel per la letteratura e' come se piu' o meno nulla fosse mutato.

Maestro, sembra che Berlusconi - apparentemente - sia uscito di scena, quanto meno da quella in primo piano, e dunque ora che accade alla satira che per anni e anni ha 'sfruttato' il personaggio Berlusconi?

"Ecco, la chiave e' proprio qui, in quella parola 'apparentemente'. Lui non e' uscito affatto di scena. In verita' - risponde Dario Fo con tono fermo - e' presente, eccome! Tanto e' vero che da' le direttive, dichiara tranquillamente che e' sempre pronto a 'staccare la spina' al nuovo governo, insomma continua ad essere presente".

Tradotto in concreto, che significa per la satira?

"Amico mio, significa che ci da' in forme nuove e inaspettate delle vere e proprie 'dritte', pezzi incredibili, elementi nuovi".

Mondo della satira quindi ben felice che Berlusconi ci sia ancora sulla scena?

"Mah, guardi che a me andrebbe bene smettere di parlare di lui e non invece fare satira su di lui, cosi' da poter cercare altri elementi da prendere in considerazione".

Ma non solo con Berlusconi e' 'graffiante' Fo, perche' alla domanda su cosa pensa - dal punto di vista della satira politica - del nuovo governo, risponde "Il nuovo governo sta in piedi nella consapevolezza dell'atteggiamento che ha lui, e...gli fa da spalla...". Un po' amaro...Maestro, sembrerebbe. "E' che siamo sempre alla farsa, si' proprio alla farsa...Va bene, la saluto".

Invece proprio l'esecutivo Monti e' a giudizio di Francesco Pingitore, 'storico' nome del Bagaglino, la miniera d'oro per la satira prossima ventura. Anche se c'e' il rischio di una sorta di 'quaresima' in arrivo. Guardando il bicchiere mezzo pieno, Pingitore dice "Non credo proprio che ci sia da preoccuparsi per le sorti della satira politica - dice all'AGI -, tra vecchi e nuovi della politica ce n'e' sempre. Anzi la materia si rimpingua, fa si' che qualche nuovo personaggio spunti fuori".

Ma lei come li vede questi ministri, dal punto di vista della bonaria 'presa in giro' televisiva?

"Beh, certo a vederli cosi' questi professoroni non e' che facciano tanto ridere. Tutti grigi..proprio grigi. Poi magari si riveleranno piu' divertenti degli altri che erano diventati quasi degli attori, qualcuno anche tetro".

Guardando invece il bicchiere mezzo vuoto, "non so, puo darsi che davvero sia cominciata una 'quaresima' anche qui". Comunque "aspettiamo che Monti diventi piu' familiare alla gente, un po' meno ingessato e secchione...". Facciamo gia' satira? "ma si'...io lo vedo cosi'. Adesso c'e' piu' da piangere che da ridere. Vediamo, se ci fara' ridere rideremo con lui, altrimenti piangeremo con lui...Scusi, secondo lei c'e' altro che possiamo o dobbiamo fare"?".

fonte: agi.it


[STAMPA] Franca Rame e Dario Fo al Teatro delle Celebrazioni

dario fo e franca rameMartedì 20 dicembre 2011 alle ore 21, Dario Fo e Franca Rame sono al Teatro delle Celebrazioni con “Mistero Buffo”. Esattamente 42 anni fa andavamo in scena a Milano con questo stesso spettacolo . Era il 1969 e recitavano in un capannone di una piccola fabbrica dismessa dalle parti di Porta Romana che avevano trasformato in una sala di teatro con il loro gruppo.

In quell’occasione Franca ed io – racconta Fo - ci alternavamo sul palcoscenico eseguendo monologhi di tradizione popolare, tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, non solo italiane, ma provenienti da tutta Europa. Lo spettacolo ottenne grande successo e venne replicato centinaia di volte nel nostro teatro di via Colletta, in palazzetti dello sport, chiese sconsacrate, locali cinematografici, in balere e perfino in teatri normali. Mistero Buffo cercava di dimostrare che esiste un teatro popolare di grande valore, nient’affatto succube o derivato da testi della tradizione erudita, espressione della cultura dominante. Oggi, dopo quasi mezzo secolo, torniamo in scena con una selezione di questo nostro spettacolo “dei primordi”. Non ci è stato facile decidere quali testi privilegiare. Siamo sicuri che durante questi prossimi mesi, nelle varie serate, inseriremo qua e là altri testi e soprattutto andremo recitando all’improvviso in modo a dir poco esagerato. Ma dovete capire: per noi recitare non è solo un mestiere, ma è anche e soprattutto un divertimento. Che raggiunge il massimo del piacere quando riusciamo a inventarci nuove situazioni e buttare all’aria convenzioni e regole. Speriamo di comunicarvi questo nostro spasso e di riuscire a sorprendervi, farvi ridere e magari pensare."

fonte: bolognatoday.it