Il Teatro di Dario Fo e Franca Rame

Il teatro di Dario Fo e Franca Rame

Dario Fo, laurea honoris causa a Foggia

'Cultura teatrale parte fondamentale identita' italiana'

dario foDario Fo, laurea honoris causa a Foggia (ANSA) - FOGGIA, 13 GIU - Il Senato accademico dell'Universita' di Foggia ha deciso di conferire la laurea honoris causa in Filologia, letterature e storia al premio Nobel per la letteratura Dario Fo.

La decisione ''vuole onorare il suo impegno e le sue rare doti, inviando insieme un segnale del mondo accademico italiano in favore delle ragioni della cultura teatrale che e' parte fondamentale dell'identita' del nostro Paese''.

 

fonte: ansa.it


[AUDIO] Dario Fo a "Io, Chiara e lo scuro"

dario fo RIASCOLTA QUI LA PRIMA PARTE DELLA PUNTATA!

RIASCOLTA QUI LA SECONDA PARTE DELLA PUNTATA!

E’ pericolosissimo staccare il Corpo dalla Testa! Come nelle favole,  il corpo non si può distinguere … (Però revedi che litighino tra loro le nostre parti?) Guai Guai se non ci fosse una contrapposizione! È permesso anche l’insulto.

Presenta la tua mostra dal punto di vista psicoanalitico…
Beh, diciamo che rappresenta la mia vita da quando avevo 14 anni quando mi sono presentato all’Accademia di pittura di Brera e ci sono rimasto per 8 anni. lì ho ricevuto viatici incredibili, crisi, situazioni di gioia e anche una specie di confusione che mi ha messo in crisi…

il tuo primo ricordo
Prima di tutto ho avuto una grande fortuna che all’inizio si era manifestata in forma d’angoscia. Sono arrivato sul lago Maggiore e lì c’era una fonderia importante e anche una struttura, quella della vetreria. A lavorare c’era gente che proveniva da tutta Europa, sto parlando di quasi 70 anni fa. Questi maestri che soffiavano il vetro erano capi tribù: venivano da tutto il mondo… io sono andato fuori di Testa! Parlavano tutti lingue diverse… ma La cosa divertente è che la lingua comune non era l’italiano ma il dialetto del lago Maggiore che io non conoscevo… Conoscevo altri dialetti ma non quello…  ho avuto un doppio trauma! poi però ho capito che era una gioia incredibile! Tutto questa buriana di termini, di linguaggi ti costringevano a inventare… Io ho inventato allora una forma di linguaggio onomatopeico che mi è stata utilissima per quando ho cominciato a fare teatro! Quelli lì facevano teatro ma non lo sapevano…

I maestri  per me sono stati le persone, la nuova popolazione che  incontravo. E loro sono stati un regalo della fortuna. Del resto I conflitti sono quelli che insegnano a svolgere in modo nuovo la nostra vita.

Quand’è che hai scoperto “io sono dario fo”?
… non lo so ancora! E’ importante non darsi mai dell’importanza oltre quella che ti danno le persone intelligenti.

Nemmeno il giorno del Nobel ti sei reso conto che..forse?
Beh, in quel momento ho vissuto una strana sensazione. Pensavo fosse una beffa. E poi ad un certo punto mi sono resa conto che era tutto vero. Me ne sono accorto dal commento successivo degli intellettuali veri, raffinati che dicevano “Com’è possibile che a un giullare… che a un comico… non si può!” C’è gente che si è ammalata, ha avuto delle crisi per colpa del mio successo. Lo so che me l’hanno raccontato degli amici, facendomi delle risate.

Oggi se diciamo Potere, che ti viene in mente?
Il Potere è sgomento, è pieno di paure. Sono saltate tantissime regole. La parte dominante del sistema sta avendo delle frane, una dopo l’altra. L’energia vera la vedo come sempre nei ragazzi, anche quando sbagliano, anche quando esagerano: c’è sempre un moto vivo, attivo.

Ma quando c’era Berlusconi non eri un po’ invidioso era quasi un giullare meglio di te?
E’ sempre stato di terza categoria!! E’ sempre stato banale, triviale. Si può anche essere provocatori: la sessualità, la violenza sessuale fanno parte della natura umana, del linguaggio, ma quando diventano banali, divenano l’offesa dei più deboli, allora veramente bisogna dire “No! stai andando fuori Chiave, fuori tempo”.

Dario ,Come sta tua moglie Franca Rame?
molto meglio.
Lei mi porta via tutto quello che è banale ,inutile… è lei che mi ha insegnato l’ironia, il grottesco. Bisogna fare in modo che le nostre diversità si competrino, che le nostre differenze non siano un fastidio ma un arricchimento. E’ importante andare avanti e rigenerarsi. E Se ci si scontra bene.

Ti accorgi che è la donna della tua vita quando non puoi stare senza. Se l’amore è dipendenza in questo modo… ben venga.

La sessualità è la forma più alta di tutto l’ingegno. Liberarsi dentro la sessualità e reinventarla è una chiave di volta straordinaria.

 

fonte: iochiaraeloscuro.blog.rai.it


[STAMPA] Dario Fo torna a Udine

Il Premio Nobel sarà per due giorni in Friuli per presentare la sua mostra di quadri e per proporre il suo capolavoro, "Mistero Buffo"

dario fo e franca rameGrande evento a Udine con il ritorno a teatro di Dario Fo e Franca Rame di nuovo in scena con "Mistero Buffo" per un’unica e imperdibile data regionale in programma domenica 17 giugno (inizio ore 21) al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

L’evento, inserito all’interno della programmazione di 2UdinEstate 2012, è organizzato da Comune di Udine, CSS  e Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

Ad anticipare lo spettacolo sabato 16, alle 18, nella Corte Palazzo Morpurgo, alla presenza dell’artista si terrà l’inaugurazione della mostra "Dario Fo – La pittura di un narratore" a cura di Marco Biscione e Nicoletta Osanna Cavadini. Il Premio Nobel per la letteratura racconterà i suoi dipinti accompagnando i visitatori alla mostra in Casa Cavazzini (posti limitati).

A Udine Dario Fo e Franca Rame sono di casa, già ospiti nel 1994 proprio con "Mistero Buffo" e con "Settimo: ruba un po' meno! N. 2"  e nuovamente nel 2003 con "L'anomalo bicefalo" sempre per la stagione Teatro Contatto. Nel 1995, per la quarta edizione de l’Ecole des Maîtres, corso di alta formazione teatrale a carattere itinerante, ideato da Franco Quadri e promosso in Italia dal CSS, Dario Fo è stato Maestro del prestigioso stage per attori europei elaborando improvvisazioni dal suo formidabile "Manuale minimo dell`attore".

Dal 1969, anno in cui Dario Fo e Franca Rame lo misero in scena per la prima volta a Milano, in un capannone di Porta Romana, "Mistero Buffo" è stato replicato centinaia di volte in tutto il mondo. Lo spettacolo nacque con l’intento di dimostrare l’esistenza di un teatro popolare di grande valore, che nulla aveva da invidiare ai testi di tradizione erudita, che erano espressione della cultura della classe sociale dominante. "Mistero Buffo" mescola assieme, con inventiva inesauribile, monologhi della tradizione popolare tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, canovacci rappresentati secoli fa nelle strade e contrade dai comici dell’arte di tutta Europa, brani recitati da Arlecchino e dalle maschere della commedia italiana.

Per prevendite da mercoledì 6 giugno: Biglietteria Teatro Nuovo Giovanni da Udine, via Trento 4, 33100 Udine, tel 0432 248418, da lunedì a sabato 16-19, www.teatroudine.it e sul circuito Vivaticket www.vivaticket.it e nei punti vendita Vivaticket di tutta la Regione.

Per informazioni è possibile anche contattare il: Css Teatro stabile di innovazione del FVG, tel. 0432.504765 [email protected] www.cssudine.it
fonte: ilfriuli.it


Dario Fo "Il Papa e la Strega"

Un Papa interpretato da Dario Fo ne "Il Papa e la Strega" bloccato dalla Spondilite Anchilosante in una strana posizione...

 

"Il Papa e la Strega" in dvd + libro è su CommercioEtico.it


[STAMPA] Grande successo per lo spettacolo H2ORO con il blitz di Dario Fo per il 40° della FOCSIV

 

Grande successo e boom di applausi mercoledì scorso 23 maggio, a Milano, per la 350° replica di H2Oro. L'acqua, un diritto dell'umanità, e per lo straordinario contributo di Dario Fo che è salito sul palco conquistando il sorriso della platea con un fuori programma che è stato uno spettacolo nello spettacolo.

 

"Rivolgo un ringraziamento speciale a Itineraria Teatro e al maestro della satira italiana e Premio Nobel per la letteratura nel 1997 Dario Fo per aver voluto dedicare al 40° della Federazione uno spettacolo di altissimo valore artistico e sociale. L'interpretazione del grande artista e commediografo ha fatto vibrare di risate l'Auditorium milanese Di Vittorio - dice il Presidente FOCSIV Gianfranco Cattai -. Una serata straordinaria, insomma, ancora di più perchè tutto questo è stato organizzato in nome della difesa e della promozione di un diritto umano inalienabile: l'accesso all'acqua che, come ricorda anche il Papa nell'enciclica Caritas in Veritate citata nel corso dello spettacolo da Fabrizio De Giovanni, deve essere grantito a tutte le popolazioni e le persone nel mondo".

 

Come previsto e già annunciato, l'incasso della serata è stato devoluto a due progetti FOCSIV di cooperazione internazionale in Mozambico e Rwanda, gestiti rispettivamente dagli Organismi federati Celim Milano ed MLFM.

 

Ulteriore valore aggiunto dell'iniziativa, spiega Cattai, "è stata l'organizzazione dell'evento, frutto di un articolato lavoro di rete e di cooperazione tra diverse realtà", a cominciare dalla mobilitazione degli Organismi FOCSIV presenti in Lombardia, ovvero: Amici dei popoliASPEM,CELIM BergamoCELIM MilanoCOEFondazione Don GnocchiFondazione SipecFondazione TovMLFMMMIOVCISCAIPSVIVISPE.

 

Un ringraziamento particolare, infine, il Presidente FOCSIV rivolge all'Organismo federato CELIM Milano per il coordinamento dell'iniziativa sul territorio milanese.

 

 

Ufficio Stampa FOCSIV

Tel. 066877796, 066877867- Fax 06 6872373;

Cell. 338.3032216

E-mail: [email protected]

fonte: focsiv.it

 


[STAMPA] Milano cultura e arte, Officina della creatività, Città delle Culture,

Milano cultura e arte, Officina della creatività, Città delle Culture, Stefano Boeri, Dario Fo, Macao, lavoratori dell’arte e dello spettacolo, eccetera …

macao dario fo boeri

Macao e Milano. Torre Galfa e Palazzo Citterio. Fenomeno mediatico e autogol. Condividiamo la sostanza di ciò che dice Stefano Boeri: “Oggi mi chiedo cosa c’entri tutto questo con l’occupazione di Palazzo Citterio. Mi chiedo perché, invece di accettare la sfida di un dialogo innovativo con il Comune di Milano, si sia deciso di occupare un edificio storico che rappresenta qualcosa di totalmente diverso dalla Torre Galfa”. E ancora di più condividiamo l’obiettivo sue odierne dichiarazioni: “Stiamo lavorando perché Milano diventi la prima città italiana in cui si sperimenti la gratuità per i Musei civici” (fonte: Corriere della Sera).  E raccogliamo l’invito di Boeri rivolto a un pubblico non esiguo di professionisti dello spettacolo – con in testa Dario Fo – dell’arte, della cultura negli spazi dell’ex Ansaldo. Ecco i fatti, raccontati da FEDERICAPAOLA CAPECCHI (coreografa) per MAE Milano Arte Expo >>

Venerdì 18 maggio 2012 l’Assessore alla Cultura, Stefano Boeri, facendo seguito alle scelte dell’Amministrazione di cui fa parte, e sollecitato, o forse accelerato nelle azioni, dal fenomeno mediatico Macao, ha aperto alcuni capannoni dell’ex Ansaldo di piazza Bergognone – Via Tortona a molti rappresentanti della cultura, dell’arte, della musica, del teatro, della danza e dell’associazionismo milanese. Tutti invitati direttamente dall’assessorato alla cultura tramite email.

dario fo stefano BoeriAnche chi scrive ha ricevuto invito diretto. Obiettivo della assemblea pubblica era informare della volontà di far nascere, proprio nell’area dell’ex Ansaldo, l’Officina della creatività, all’interno della quale avrebbe potuto trovare spazio anche l’esperimento Macao. Dinanzi a circa trecento rappresentanti della cultura e dell’arte milanesi, infatti, è stato proposto un un obiettivo più ambizioso del burocratico piano di assegnazione degli spazi abbandonati della città: questa Officina della creatività. A tutte le realtà presenti è stato chiesto di proporre progetti per continuare a dare sempre nuovi impulsi alla vita culturale milanese.

L’Assessore Boeri, infatti, dopo aver descritto la struttura e gli edifici dell’ex Ansaldo, i cui spazi oggi sono vuoti e non ancora tutti destinati, ha dichiarato che dal 9 al 19 giugno 2012, per dieci giorni, lo spazio di via Bergognone si trasformerà in un laboratorio per capire cosa fare e come creare insieme l’Officina della creatività: tutti possono presentare i progetti, in modo tale da poter, poi, iniziare a destinare gli spazi. Le modalità e i criteri di questa “destinazione” o “assegnazione” non sono stati enunciati nella serata, ma verranno illustrati nella “dieci giorni” di giugno.

L’apertura a tutte le realtà della cultura e dell’arte milanese, cioè la manifesta volontà di un dialogo diretto e reale, e l’obiettivo, ambizioso, giusto e necessario in una città come Milano, della creazione di uno spazio per l’arte e le arti, pubblico, partecipato e di prestigio, a noi di MAE sembrano gli elementi interessanti e meritevoli di approfondimento. Il resto, come la discutibile scelta di Macao di non partecipare ne’ accettare l’opportunità di confronto, la lasciamo, per ora, alla interpretazione di Dario Fo, che l’ha commentata come ingenuo, immaturo, errore di valutazione e di presunzione.

Dunque, fatti salvi gli spazi destinati alla Carlo Colla e Figli (perché ci auguriamo che Boeri si riferisse a loro, unica e storica compagnia marionettistica milanese cui è stato tolto il magnifico Teatro Gerolamo di piazza Beccaria), quelli destinati al Museo della Interculturalità o Città delle Culture – che sarà pronto nel marzo 2013 – quelli che al momento ospitano le scenografie di Luisa Miller – per l’opera che debutterà il prossimo 6 giugno al Teatro alla Scala – tra i graffiti, le insegne, i marchi, l’ala occupata dalle Poste Italiane e dagli uffici distaccati di Palazzo Marino, in tremila metri quadrati e su due piani, alcuni dei quali già tinteggiati di bianco e agibili, potrebbe darsi la vita di tutta una città che genera creatività, idee, pensiero e cultura? Tra le mura gloriose di un villaggio operaio potrebbero prendere vita virtuose residenze, ospitalità, progetti, riqualifiche architettoniche e di sostanza, reti di lavoro e laboratori permanenti di ricerca? Francamente si stenta a crederlo. Non se ne abbia Boeri. Ma se solo ci fosse una piccola possibilità, che la città, tutti i cittadini, spettatori appassionati (e sono tanti) dell’arte, della cultura e del teatro, e non solo le rappresentanze del settore, siano presenti dal 9 al 19 giugno 2012, in massa!

Questo è il modo: occupare la politica. Non un luogo fisico, ma occupare la politica nel senso di obbligarla alle sue responsabilità e doveri. Occuparsi, di politica!  Se l’occasione di dialogo e costruzione è reale, così come di creare un luogo fisico, che possa divenire centro di prestigio, come gli spazi industriali della Ruhr Triennale – Kultur Ruhr GmbH – a Gelsenkirchen, come molte altre realtà internazionali in Francia, in Belgio, in Olanda, questa è la volta di mettere da parte gli individualismi e partecipare. Perché non si tratta di ottenere qualcosa per sé, che è sempre poco utile, ma per la città di Milano e la cultura e l’arte, tutta.

Per questo sarebbe bello che i giornalisti presenti venerdì 18 non si limitassero a parlare della gaffes Macao e della diatriba Torre Galfa: perché si stavano ponendo le basi per un dialogo importante nella città e per la città. Perché all’ex Ansaldo era convenuta molta della rappresentanza culturale e artistica di Milano, molta, soprattutto, di quella che fatica da anni questo universo senza pretendere nulla, senza picchiare i pugni sul tavolo – (solo perché crede che gli atti di forza non debbano appartenere all’arte e alla cultura) – quella che, spesso, ci rimette anche sempre di tasca propria ma, ciononostante, continua a credere, costruire ed elargire qualità e professionalità.
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dario fo Nessuno di chi di dovere dell’informazione ha chiesto, ha sollecitato Boeri rispetto a questa “dieci giorni” di giugno, rispetto all’Officina della creatività, se non per brevi dichiarazioni di buon comportamento dell’Amministrazione. E invece, forse, è l’occasione per aprire un vero dibattito pubblico, una vera inchiesta intorno alla cultura e creatività milanese. Per questo sarebbe stato bello che Macao non rifiutasse il confronto e il dialogo, non tanto con l’Amministrazione, ma, soprattutto, con quei trecento veri lavoratori dell’arte, della cultura e dello spettacolo, che i propri nomi (e anche i cognomi) li pronunciano, che la propria storia e professionalità la raccontano, la condividono e la mettono al servizio di tutti, che erano lì – anche per Macao – disposti ad ascoltare, a dialogare e magari anche ad appoggiare (forse non tutti condividendo i modi) i buoni intenti di Macao. Trecento veri lavoratori dell’arte, della cultura, dello spettacolo che, in sostanza, si sono sentiti dire che non contano nulla, che non serve relazionarsi con loro, perché solo Macao è il nuovo, il vero e la vera democrazia partecipata. Pur richiamando a sé tutta la buona volontà e disponibilità, pur adagiando pensieri e dubbi sull’ἐποχή (epoché), per dare spazio e tempo di azione senza preconcetti, è difficile non sentirsi offesi da quel comportamento e da quel comunicato stampa. E non si può che sentirsi consolati dalle parole severe di Dario Fo. Un maestro, un premio Nobel che ha dato tanto a Milano, al teatro, alla cultura, un uomo da cui imparare e da ascoltare.

Un Dario Fo al quale sarebbe giusto assegnare, Assessore Boeri, un teatro, un luogo fisico di prosecuzione (e anche di celebrazione, perché no) della sua arte.

Al 9 giugno 2012, allora! Non manchiamo!

Federicapaola Capecchi, coreografa.

Mappatura dei luoghi abbandonati di Milano e hinterland, in continuo aggiornamento

fonte: milanoartexpo.com
 


[AUDIO] Dario Fo contro Macao (incontro Ansaldo a Mi 18/05/2012)

REGISTRAZIONE DELLO SFOGO DI DARIO FO CONTRO IL "COLLETTIVO" MACAO ANSALDO (MI)

ORE 19:30 Dopo l'apertura dell'assessore Boeri a MACAO, e la dichiarazione del collettivo di MACAO di non volersi presentare all' adunata pubblica organizzata dal comune di Milano, quindi di non accettare l'offerta, lasciando l'Ansaldo.

Di seguito lo sfogo di Dario Fo imperniato su:

1. carenza di idee del collettivo, dichiarerà che bisogna avere delle idee per occupare uno spazio, a che serve un'occupazione senza idee? Citerà il caso della loro occupazione della palazzina liberty a Milano e del teatro piccolo di Strelher

2. arroganza per non voler discutere in assemblea e poca umiltà "non ci siamo mai alzati andando via con un vaffanculo in questa maniera."


[STAMPA] 21 maggio – Dario Fo racconta la satira

dario fo

Nell’ambito della mostra DARIO FO a MILANO lazzi sberleffi dipinti
DARIO FO RACCONTA LA SATIRA
con SALVATORE SETTIS

Lunedì 21 maggio 2012 ore 18.30
Palazzo Reale, Sala delle Otto Colonne
Ingresso libero (fino ad esaurimento posti)

Lunedì 21 maggio 2012 ore 18.30
Dario Fo incontra Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, dal 1985 Professore ordinario di Storia dell’arte e dell’archeologia classica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa di cui, per undici anni, è stato anche Direttore. Polemiche le sue dimissioni da Presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici in seguito all’impossibilità dialettica con l’allora Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi sull’arte e la conservazione dei monumenti. Insieme daranno vita ad un dialogo sulla pittura, a partire dalle tecniche impiegate fino allo studio del tempo in cui hanno operato i Grandi Maestri del Rinascimento come Leonardo, Giorgione, Mantegna, Correggio e Michelangelo.

Dario Fo ha inaugurato da quasi due mesi a Palazzo Reale la mostra Lazzi Sberleffi Dipinti, nella quale sono esposte oltre 400 opere dagli anni giovanili dell’Accademia di Brera fino alle imponenti tele di satira realizzate appositamente per la mostra. Nel percorso si incontrano pitture e ricostruzioni di opere d’arte che si rivolgono in particolare alla situazione politica ed economica del Quattro e del Cinquecento in Italia. Nel dialogo sarà quasi d’obbligo mettere in evidenza le analogie spesso paradossali della situazione antica con quella a dir poco grottesca che oggi stiamo vivendo.

Il ciclo DARIO FO RACCONTA LA SATIRA -  si chiude con il dibattito con Stefano Benni il prossimo 28 maggio nello stesso luogo.

I partecipanti all’incontro avranno diritto all’ingresso ridotto alla mostra a € 7,5 anzichè € 9

fonte: piuweb.net